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NUCLEARE: sì o no?

 

La campagna pubblicitaria lanciata dal Forum nucleare è ovunque. Lo spot della partita a scacchi vienetrasmesso in tv e alla radio, è affisso suipannelli pubblicitari di strade e stazioni, sulle pagine dei principali quotidiani e sui rispettivi siti web.
Mi chiedo: quello proposto sui media è “un esempio di raffinata manipolazione dell’informazione, per propinare falsità” o un’opportunità, per far giungere alla popolazione il messaggio che “il nucleare sia una risorsa di cui la nazione non può privarsi, per la sua crescita economica negli anni a venire?”
Sono del parere che sia dovere di ogni cittadino farsi un’idea relativa alla problematica del “nucleare in Italia” e riflettere con attenzione sulla questione, analizzando con buon senso i pro e i contro di un affare così spinoso, per la nostra nazione e per ciascuno di noi.
Qui di seguito propongo alcuni spunti, per entrare un po’ più nel cuore del problema e smuovere i pensieri.

Scorie: secondo la voce “pro nucleare” dello spot le scorie prodotte sarebbero poche, «una pedinaa testa» e «si possono gestire in sicurezza». Concretamente si osserva che in nessuna parte del mondo tonnellate di scorie, dopo 60 anni e miliardi di dollari di investimenti, sono gestite davvero in sicurezza.
Sito nucleare: non si è ancora riusciti a trovare un sito per il deposito nazionale delle scorie; si riuscirebbe a trovare una località disponibile ad accogliere una centrale nucleare?

Costi: i tempi di costruzione di un sito nucleare sono molto lunghi (nel momento in cui entra in funzione, le centrali spesso presentano tecnologie già obsolete) e sono in ultima analisi i contribuenti a dover accollarsi gli elevatissimi costi di produzione. Inoltre la realizzazione di centrali nucleari risulta spesso un business per i costruttori, che ritardano anche di anni la consegna definitiva del prodotto finito. Ne è un esempio il caso della società francese per l'energia atomica (Areva), che ha avviato da anni l’edificazione di un sito nucleare a Olkiluoto, in Finlandia. In loco, le autorità finlandesi più volte hanno bloccato i lavori perché realizzati malamente da dittesubappaltate, con un conseguente aumento dei costi, a carico di Areva, società pubblica finanziatadai contribuenti transalpini.

Le materie prime: Una volta realizzata la centrale, un ulteriore problema nasce dal reperimentodelle materie prime per il suo funzionamento: dove si acquistano l'uranio o il plutonio? Tutte leminiere al momento sono “sotto stretta osservazione”: quelle africane si trovano sotto il controllodei francesi, in quanto dislocate nelle loro (ex) colonie. Altri stati, come l'Australia, la Russia, il Sudafrica, gli Stati Uniti e il Canada, che possiedono giacimenti nei loro territori, probabilmente non venderanno l'uranio a prezzi molto accessibili (sempre che lo vendano!).

Energie rinnovabili: La voce “pro dello spot” sostiene che tra cinquant’anni, quando le fonti fossili (carbone e petrolio) si saranno esaurite, quelle rinnovabili potrebbero non bastare a soddisfare l’enorme e crescente fabbisogno energetico della nostra nazione. Ma tra cinquant’anni anche l’uranio estraibile (non rinnovabile) non sarà probabilmente a sua volta agli sgoccioli? Inoltre le analisi dell’Ue e di fonte industriale dimostrano che uno scenario energetico totalmente basato sulle rinnovabili sia realmente possibile, incentivando lo sviluppo delle tecnologie e la valorizzazione delle enormi risorse ambientali presenti sul nostro territorio.
Ad esempio in Italia, grazie agli sgravi fiscali, già nell'ultimo anno si è avuto un enorme aumento nella realizzazione di impianti per lo sfruttamento dell'energia solare ed eolica: la gente sta forse dimostrando di voler perseguire questa via? Anziché puntare sul nucleare, non sarebbe forse più utile cercare di riprogettare la rete di produzione e distribuzione dell'energia basandola sulle energie rinnovabili, incentivare i privati al risparmio (con il pubblico a dare l'esempio) e all'autoproduzione (pannellisolari e fotovoltaici)?
Tu, da che parte stai?

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11.06.2017

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