Facebook... non è tutto positivo!

Alcune settimane fa abbiamo fatto gli auguri a Facebook, sottolineando anche che quest’anno questo portale ha superato per la prima volta Google per numero di visite.
Alla fine dell’articolo, dopo aver raccontato in breve la storia del suo fondatore Mark Elliott Zuckerberg e del film uscito nei cinema a fine 2010, abbiamo anche parlato della "facebook depression”. (Facebook non fa bene all'umore e all'autostima perché ci fa scorrere davanti agli occhi un mondo in cui tutti sono felici e stanno benissimo).

Purtroppo la “facebook depression” non è la sola conseguenza negativa derivata dall’utilizzo di questo social network: in Amerca siti come Facebook sono diventati una tra le prime cause di divorzio.
Un matrimonio su cinque finisce per un tradimento avvenuto attraverso i social network e per addirittura l’81% dei divorzi, la Rete è la principale fonte di prova contro il coniuge in tribunale.

Interessante il commento di Beppe Severgnini  che scrive: “Non è strano che Facebook sia diventato la prima prova nelle cause di divorzio degli Usa. Capiterà presto anche in Italia.
Prima è toccato alle mail, ai cellulari, agli sms, al telefono, al telgrafo e alle lettere scritte a mano.
Uno studio sugli indiani Navjos rivelerebbe che i segnali di fumo hannno provocato molte incomprensioni di coppia nei deserti dell’Ariziona: così va il mondo.
La causa delle difficoltà matrimoniali sono, essenzialmente, gli sposi. Se cercano altro, probabilmente lo troveranno.
I fremiti delle donne del 1870 all’arrivo del postino, o quelli delle ragazze del 1970 al suono del telefono in tinello, sono uguali a quelli degli uomini e delle donne di oggi quando cercano, tra i propri amici su Fb, un amico che non è soltanto un amico.
Per i maschi, è lo stesso. Se proprio vogliamo trovare un colpevole dobbiamo prendercela con la facilità e la velocità di comunicazione.
Per smontare un matrimonio nel XIX secolo ci voleva un’intensa attività postale e una buona imitazione di Jacopo Ortis; oggi bastano un mouse, una tastiera e qualche notte davanti al computer. Sedotti e seduttori si conoscono, si studiano, si ammaliano, si innamorano dell’amore: lo schermo è lo specchio delle favole moderne.
Non c’è nulla di sorprendente in questo gioco.
Di nuovo c’è la facilità (figlia della tecnologia) e spesso la faciloneria (parente della morale).
L’occasione fa l’uomo ladro (e la donna pure): ma chi non vuole rubare non ruba.
Le ansie che spingono a cercare avventure sentimentali su Facebook sono le stesse che hanno trasformato l’estate nella stagione peccaminosa per eccellenza: più opportunità più esposizione (fisica in un caso, virtuale nell’altro).

Smettiamo di prendercela con la tecnologia, che è lì per aiutarci. Anche a rifarci la vita o a combinare disastri, se proprio abbiamo deciso così.