Il 31 ottobre ricorrerà, come ogni anno, la così detta festa di Halloween;

l'intenzione di questo breve, umile seppur fermo articolo, è quella di porre l'attenzione su alcuni aspetti del fenomeno, spesso del tutto taciuti, eppure essenziali per poterne formulare un giudizio più consapevole da parte di ognuno.

Partiamo innanzi tutto dal significato della parola.
Halloween sta per "All Hallows Even", che letteralmente significa: "Vigilia di Ognissanti", la cui festa ricorre invece, come noto, il giorno seguente.
Nella tradizione cattolica, già dal IV secolo, il 13 maggio veniva celebrata la memoria liturgica di tutti i martiri; nel 615 il Sommo Pontefice Bonifacio IV istituì formalmente la "Festa di tutti i Martiri", per commemorare la dedicazione del Pantheon che da tempio pagano diveniva chiesa cristiana dedicata alla Beata Vergine Maria e a tutti i martiri della fede, tanto che ancora oggi porta il nome di basilica di Santa Maria ad Martyres. Nell'VIII secolo grazie all'episcopato franco ed in particolare all'opera di Alcuino di York, monaco, tra i più autorevoli consiglieri di Carlo Magno, la Festa dei tutti i Martiri venne tradotta al 1 novembre, sotto il titolo di Festa di tutti i Santi, con l'esplicito fine di contrastare la festa celtica di Samain, allora purtroppo assai praticata nelle isole britanniche. Nel 1475 Papa Sisto IV estese la festa a tutto l'orbe cattolico.

Quando poi a circa metà dell'Ottocento gli immigrati irlandesi portarono la festa di Halloween negli USA, certo la profonda devozione per i Santi non trovò sempre grande accoglienza nella cultura protestante, indubbiamente maggioritaria nel nuovo mondo. Anche per questo motivo è riemerso con enfasi sempre maggiore l'aspetto occulto della festa, dell'epoca pre-cristiana; secondo la tradizione celtica, infatti, il 1° novembre s'inaugurava il nuovo anno: la notte del 31 ottobre, festa del "Principe delle tenebre", segna ancora oggi il capodanno per il mondo esoterico.

Così, sulla scia di nuovi processi commerciali, nel mondo globalizzato in cui viviamo, la festa di Halloween nel suo significato deteriore è tornata ad espandersi. Al di là dell'apparente simpatia che possono suscitare i bambini vestiti da streghe, gatti neri o pipistrelli, esiste un problema molto serio: festeggiare Halloween significa partecipare, anche se in maniera ingenua ed inconsapevole, a dei rituali magici, il cui scopo è quello di evocare le anime dannate; significa inoltre contribuire a diffondere e produrre mentalità esoterica.

Eppure, ci domandiamo, quale unione ci può essere tra la luce e le tenebre? (Cor 6, 14). Come possiamo stimare bello ciò che in realtà è e si dichiara essere lugubre? Come possiamo educare al male e alla morte? Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre" (Rm 1, 7).

E' quanto mai necessario un profondo discernimento verso ciò che ci viene proposto, scrollandoci di dosso quel preconcetto culturale per cui "l'erba del vicino è sempre più buona": non tutto ciò che importiamo - o che altri importano per noi - da altre culture è cosa che dobbiamo supinamente accettare, prima di averla accuratamente vagliata.
Mantenendoci in un atteggiamento di continua orazione, invocando lo Spirito Santo e confrontandoci con la Parola di Dio, possiamo chiaramente comprendere cosa è da Lui e cosa non lo è: "rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia, infatti, non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi" (Ef 6, 11-18).

Una volta che abbiamo compreso, con chiaro intelletto, cosa sia giusto e cosa no, dobbiamo essere coerenti: rifiutare ciò che è male, accogliere il bene: non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. Per questo sta scritto:"Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà" (Ef 5, 11 14 2, 10).

Tuttavia, forse ci sembrerà non essere sufficiente il solo fatto di respingere il male: possiamo anche approfondire ciò che crediamo. L'1 e il 2 novembre la Chiesa ci invita a pregare per coloro che ci hanno preceduto nel segno della fede, per i santi e per i nostri cari defunti; siamo chiamati cioè a riscoprire ciò che professiamo nel Symbolum Apostolicum: Credo...sanctorum communionem...carnis resurrectionem. In altre parole, crediamo nella partecipazione di tutti i membri della Chiesa alle cose sante: la fede, i Sacramenti, in particolare l'Eucarestia, i carismi e gli altri doni spirituali. Alla radice della comunione c'è la carità che "non cerca il proprio interesse" (Catechismo della Chiesa cattolica, Compendio, n° 194).

Il Catechismo ci insegna come, tra i santi, e cioè coloro che per la grazia sono uniti a Cristo morto e risorto, alcuni sono pellegrini sulla terra - Ecclesia militans -, altri stanno purificandosi per poter un giorno contemplare in Paradiso la gloria di Dio - Ecclesia poenitens -, altri ancora hanno già ricevuto il premio - Ecclesia triumphans -. Tutti fanno in Cristo una sola famiglia, la Chiesa, a lode e gloria della Trinità (cfr. Compendio, n° 195). Crediamo inoltre che, col decesso, l'anima immortale si disgiunge dal corpo, che conosce la corruzione, ed è sottoposta al giudizio particolare; alla fine dei tempi, quando il Signore tornerà glorioso sulla terra, anche il corpo risorgerà e tutti andremo incontro al giudizio universale (cfr. Compendio, n° 205).

Da tutto ciò comprendiamo il motivo per cui la santa Chiesa esorta i fedeli a pregare per le anime dei defunti e per i santi, finchè siamo pellegrini sulla terra: gli uni, affinché la loro purificazione possa presto aver termine e possano così aver accesso in Cielo; gli altri, per riceverne l'aiuto e meglio imitarne l'esempio.
"Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprenda le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare FIGLI DELLA LUCE (Gv 12, 36)
".
Ci guidino la Beata Vergine Maria e San Michele Arcangelo.