Alex, l’angelo custode dell’Oceano

da LaStampa.it
 
Alla Vendée Globe Thomson vigila una notte un avversario in difficoltà anziché superarlo. Un grande gesto sportivo e da marinaio
fabio pozzo
 

L’angelo custode dell’Oceano si chiama Alex Thompson. Ha 38 anni, è inglese ed è arrivato terzo alla Vandèe Globe, il giro del mondo in solitaria non stop, nell’edizione più veloce della storia. Alex è il terzo britannico a salire sul podio di questa regata, ma noi non lo ricorderemo per questo.  

Dunque, Alex è arrivato ieri a Les Sables d’Olonne, al traguardo, da dove era partito 80 giorni 19 ore 43 secondi prima. Attenzione, tenete presente i tempi, perchp sono fondamentali in questa storia. Al timone di “Hugo Boss”, l’inglese è giunto terzo , dietro i fenomeni francesi e astri emergenti, Francois Gabart (il vincitore, ha tagliato il traguardo domenica scorsa dopo 78 giorni 2 ore 16 minuti e 40 secondi) e Armel Le Cleac’h (sempre domenica, dopo 78 giorni 5 ore 33 minuti 52 secondi). Tutti e tre hanno infranto il record che deteneva Michel Desjoyeaux dal 2009 (84 giorni3 ore 9 minuti), ma solo i primi due hanno abbassato l’asticella sotto i fatidici e leggendari 80 giorni. 

A dire il vero, Alex avrebbe anche potuto scendere sotto gli 80 giorni. Ma non ha voluto. Ha preferito dare assistenza a un avversario, che era nei guai. 

L’inglese è un marinaio. A 25 anni, nel 1999, ha esordito nella “serie A” del grande largo vincendo la Clipper Round the World Race : il più giovane a vincere una regata intorno al globo. Nel 2003 batte il record di velocità sulle 24 ore (486 miglia), che migliora nel 2007 (501) Nel suo palmares ci sono due secondi posti alla Jacques Vabre e il record, nel 2011 , di traversata dell’Atlantico (8 giorni 22 ore 8 secondi). E poi, c’è la Vandèee Globe. Ci prova nel 2004, ma deve abbandonare. Ci ritenta nel 2008, ma è costretto a dare forfait. Avarie. Nel 2006 era stato anche obbligato ad abbandonare la Velux 5 Oceans Race: perse la chiglia nel l’Indiano ed era stato soccorso da Mike Golding. 

Non l’ho ha dimenticato, quel soccorso. Tanto da replicarlo, questa volta nei panni dell’angelo custode però. Sappiamo come è andata questa Vandée per il francese Jean-Pierre Dick: terzo a lungo, dietro ai fuggiaschi Gabart e Le Cleac’h, perde la chiglia del suo “Virbac-Paprec 3”. Dick è «fottuto», ma non si arrende e non si ritira. «Continuo», dice ai suoi. In equilibrio precario, raccomandandosi a Dio. Ma c’è il suo angelo custode. Succede che all’altezza delle Azzorre il tempo fa le bizze. In mare, là fuori, è davvero brutta. Tempesta. Jean-Pierre rischia grosso. Alex, così, decide di non schiacciare sull’acceleratore. Si mette sulla scia di Dick e lo assiste, pronto ad intervenire in caso di pericolo. 

«“Si è rivelato un gentiluomo e un eccellente marinaio, abbiamo parlato al telefono e l’ho ringraziato. E’ stato un gran bel gesto da parte sua e sono orgoglioso di cedere a lui il “mio” terzo posto» dirà Dick. Insomma, Alex ha vegliato sul rivale, finché è stato necessario. Poi, i due marinai si sono salutati, e l’inglese è andato avanti verso il traguardo. «Abbi cura del terzo posto che è anche un po’ mio», gli ha detto ancora il francese.  

«Ho impiegato dieci anni della mia vita, dieci anni di vita del mio shore team per arrivare in fondo a questa regata» ha detto, gustandosi all’arrivo un cordon bleu cheeseburger («Ma io veramente avevo detto un Big Mac...»). Alex ha tagliato il suo traguardo, questa volta ce la fatta, ma non a finire sotto gli 80 giorni. Forse, se non avesse aiutato Dick... Sì, forse, ma non sarebbe un marinaio. NOn sarebbe un angelo custode dell’Oceano.