Nelson Rolihlahla (= colui che provoca guai) Mandela, per gli amici Madiba, leader politico sudafricano del movimento anti-apartheid, primo presidente dopo la fine dell'apartheid, premio Nobel per la pace nel 1993, è morto.
Di lui molte cose ci sarebbero ancora da dire, libri e film sono stati scritti su di lui e le sue frasi sono diventate celebri, come un testamento, o meglio, una testimonianza della grande sapienza che dimorava in lui.
Nelson Mandela è morto, eppure continua a vivere, anche da morto.
Passò una ventina d’anni in galera eppure era libero, perché lui aveva capito cosa significa veramente esseri liberi e perché, proprio in carcere, lui lavorava per accentuare le libertà altrui. 
N. Mandela è un’icona, soprattutto per la capacità di cristallizzare un’idea di progresso e diffonderla.
Aveva una buona testa ed un buon cuore e, come diceva lui, queste sono sempre una formidabile combinazione.
Un altro suo detto famoso è che l’educazione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il mondo.
E lui, tra le tante cose, aveva imparato che il coraggio non è la mancanza di paura, ma la vittoria sulla paura e che l’uomo coraggioso non è colui che non prova paura, ma chi riesce a controllarla e andare oltre. Sembra impossibile?
Mandela ci risponderebbe che “sembra sempre impossibile finché non viene realizzato”.
Ed è con questo spirito che lui ha vissuto e combattuto tutta la vita contro la violenza e il razzismo, con quell’umiltà che solo i Grandi hanno, tanto da dire “non mi giudicate per i miei successi, ma per tutte quelle volte che sono caduto e mi sono rialzato”; e con quella capacità di perdono che gli fece dire che provare risentimento è come bere veleno sperando che ciò uccida il nemico.
Per i suoi pensieri di ampio respiro lui era indipendente, perché vedeva e consentiva di vedere i problemi da angolazioni diverse. Le difficoltà o ti piegano o ti rafforzano, ma non esiste problema così pesante da poter piegare l’anima di ama davvero.
Mandela si è sacrificato per il bene della sua gente, del mondo. Ed ecco che usare le sue stesse parole è stato il modo migliore per descriverlo e per salutarlo convinti che il suo insegnamento non andrà perso solo se ci impegniamo ad imitarlo nella ideazione e progettazione di cose grandi.