Il continente nero, l'Africa, il Sudan... il paese delle contraddizioni.

Attualmente il Sudan è considerato uno dei Paesi più poveri del mondo; è diviso in due parti:

il nord ed il sud che incredibilmente corrispondono a due mondi ben differenti.

Al nord troviamo un popolo la cui religione è quella islamica e la lingua parlata è quella araba

mentre al sud vive un popolo di religione cristiano-animista di etnia africana.

Il sud è caratterizzato dai grandi giacimenti petroliferi, miniere, vaste foreste ed è abbondante d'acqua

mentre al nord la terra è arida e priva di risorse interne.

L'agricoltura è il settore di maggior importanza in tutto il  paese.

Il Sudan diventa indipendente dal Regno unito nel 1955.

Nel 1957 i rappresentanti del nord propongono di inserire nella carta costituzionale come lingua ufficiale l’arabo e

come religione professata quella islamica e a causa di questo scoppia la guerra civile che durò fino al 1972,

conclusasi con un accordo di pace che garantisce autonomia al sud del paese.

La pace purtroppo dura poco e  nel 1983 a seguito di  scioperi e manifestazioni in piazza per la libertà di stampa la guerra ricomincia.

Nel 2002 grazie all’ambasciatore statunitense John C. Danforth riescono ad incontrarsi per la prima volta i rappresentanti sudanesi del  nord e l'esercito del sud Sudan e firmano un accordo dove viene stabilita l’autonomia del sud con un referendum.

Nel 2005 si firma il trattato di pace globale che pone fine ad oltre 20 anni di guerra civile.

 

La settimana dal 9 al 15 gennaio 2011 in Sud Sudan c'è stato un nuovo referendum riguardante l

a scissione definitiva del Paese in Sudan del Nord e Sudan del Sud.

Per settimane nessun ha parlato d’altro: le donne al pozzo, gli uomini nei villaggi... tutti uniti per la libertà.

Il referendum è stato uno strumento per dare finalmente voce al popolo, in gran parte analfabeta

ma che ha nel cuore il desiderio d’essere libero e di vivere in pace.

Già il secondo giorno della settimana disponibile aveva votato il 60% degli aventi diritto:

file immense fuori dei seggi perchè tutti non hanno voluto aspettare per esprime la propria opinione.

Ogni seggio alla fine della settimana elettorale doveva esporre i risultati preliminari.
Come previsto, i "sì" alla scissione permanente hanno vinto sui "no" con quasi il 96% dei voti
ma per i risultati definitivi si dovrà aspettare fino al 14 febbraio 2011.

 

Le domande a cui bisogna dare risposta ora sono:

come organizzare un paese che ha vissuto gli ultimi 20 anni in guerra?

Come sviluppare una nazione che possiede enormi risorse che potrebbero far aumentare il Pil,

la ricchezza pro-capite e aumentare i servizi, la sanità e l' istruzione?

Nel sud Sudan non ci sono strade o infrastrutture

ma con la loro costruzione le grandi risorse potrebbero far fare un balzo in avanti allo sviluppo del Paese.

 

Il problema che sorge poi, pensando al sud, è il pensiero della parte nord del Paese.

Questa infatti non essendo ricca come il sud con la scissione diventerebbe ancora più povera senza nessun tipo di risorsa utilizzabile a disposizione.

Potrebbe scoppiare una nuova guerra poiché il nord di certo non si vorrà arrendere di fronte alla perdita della parte ricca del Paese e unica fonte di guadagno.

Questo è un problema che non si deve sottovalutare e a cui bisognerà dare una soluzione.

Insomma il Sud Sudan sarà il 57° stato dell’Africa anche se ancora non si sa se avrà un nuovo nome.

Ha tutte le potenzialità per diventare un paese sviluppato e competitivo sul mercato.


A parole è semplice, con i fatti meno. Ma come aiutare un paese così geograficamente distante?

Io che scrivo, tu che leggi... noi... cosa possiamo fare per questo paese, per queste persone che sono diverse da noi,

ma allo stesso tempo uguali a noi, che dovrebbero avere le nostre stesse opportunità, i nostri diritti...?