In un piccolo paese lontano lontano, oltre l'isola che non c'è, tra la Terra di Mezzo e Narnia, viveva un vecchio falegname, nessuno conosceva il suo nome, tutti lo chiamavano Geppetto, anzi Mastro Geppetto.
Nessuno sa perché, ma non importava. Geppetto non era un artigiano, era un artista a metà tra scultore e poeta.
La pialla scivolava sul legno come un archetto sul violoncello, lo scalpellino accarezzava i ciocchi d'abete come un pennello di un pittore fiammingo. Il legno era la sua materia, lo comprendeva, lo amava, gli sussurrava parole dolci, nascondendo la sega dietro la schiena, come se temesse di ferirlo. Conosceva tutti i trucchi per ammorbidirlo e plasmarlo.
Sapeva quale vernice usare, sapeva quale colla avrebbe resistito al tempo ed alle stagioni inclementi.

Un giorno, in quel paese lontano lontano, venne un banditore del Re.
Accompagnato da squilli di tromba annunciò grandi cambiamenti nel regno.
Geppetto sentì il vociare dei bambini che accorrevano, ma si disse che nulla avrebbe potuto cambiare la sua giornata.
Sarebbe andato a leggere l'editto il giorno dopo, con calma, dopo aver consumato la sua colazione fatta di torsoli di mela e gusci di noce.

Quel mattino arrivò.
Geppetto si sentiva osservato mentre si incamminava verso la piazza dove il banditore aveva affisso l'editto. Il bisbiglìo dei suoi compaesani diventava un vociare indistinto. Arrivato davanti alla pergamena affissa sul lampione ad olio in mezzo alla piazza capì perché.
L'editto non era per lui, peggio, riguardava il suo amato legno.

L'editto era breve, ma purtroppo preciso.
Non potevano esserci errori.

Il Re dichiarava ufficialmente che da quel giorno il legno sarebbe diventato più duro del ferro, più pesante del piombo, più fragile del vetro. I suoi vecchi arnesi non sarebbero più serviti a nulla. Non avrebbe potuto più usare lo scalpellino con la perizia di un chirurgo, né strusciare la pialla, avrebbe ottenuto solo scintille.

La dura legge del progresso gli ha cambiato il materiale che tanto amava.
Geppetto non si perse d'animo.
Da un cassetto chiuso da anni tirò fuori un iPad, soffiò delicatamente la polvere dallo schermo, lo accese ed ordinò su Amazon un libro: "Le nuove tecniche di lavorazione del legno". Cercò sui forum altri falegnami come lui, erano tutti un po' disperati, un po' intrigati dal cambio. Si iscrisse ad una pagina di Facebook che si chiamava: "Tutti i trucchi per modellare il nuovo legno del Re!".
Geppetto ci mise poco ad adattarsi.
Dopo un mese tirò fuori dalla sua bottega una sedia di legno che era un capolavoro; intarsiata come una guglia barocca, solida come
un traliccio, leggera come una piuma.
Era bellissima. La lasciò fuori.
Era orgoglioso come una madre dopo la laurea di suo figlio.
Il giorno dopo la ritrovò già coperta di ruggine.
Si grattò la testa, aveva ancora qualcosa da imparare, ma non ci avrebbe messo molto.

Era già tutto gasato per la novità, forse poteva riprovare a costruire un androide con il nuovo legno, ci aveva già provato una volta, ma qualcosa era andato storto e l'androide, novello mostro di Frankenstein, se n'era scappato con una bella signora coi vestiti color turchino.

La storiella è inventata, casomai vi fosse venuto il dubbio.
Mi è venuta in mente leggendo la notizia è che Google ha (di nuovo) cambiato gli algoritmi per le sue ricerche.
Dovremo di nuovo imparare, studiare, arrovellarci il cervello per trovare nuovi metodi e trucchetti per far salire i siti dei nostri clienti sulle loro pagine di ricerche. Di nuovo.

Una volta, quando si imparava un mestiere, potevi camparci per tutta la vita.
Al massimo cambiava qualche tecnica, uno strumento, un attrezzo diventava elettrico e poi elettronico.
Ma il mestiere era sempre quello. Nel web invece ogni giorno qualcosa cambia. Tutti i giorni che il Signore manda in terra.

Chissà,
forse è proprio per questo che ci piace tanto fare questo mestiere.