Il 31maggio al Teatro Sociale c'è stato l'intervento del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan con il responsabile del Festival Tito Boeri e la giornalista della stampa Tania Mastrobuoni sul tema “come fare per la crescita”.

Il ministro ha dovuto subito rispondere alle due domande legate al titolo:  "come fare? E soprattutto dove prendere i soldi?". Padoan ha risposto che già si è fatto un piccolo passo avanti con il decreto 66, per capirci quello dei famosi 80€ in più in busta paga per tutti i dipendenti, ma in quel decreto c’è ancor molto altro.
Se bisogna fare i tagli, bisogna farli permanenti. Un passo avanti è quello del pagamento dei debiti alla pubblica amministrazione.
Tra pochi giorni tutte le imprese che lavorano con il pubblico dovranno adottare la fattura elettronica, in modo che nessun possa obiettare sul lavoro svolto o quant’altro.

Un grande errore dell’Europa quando è scoppiata la crisi nel 2007 è stata la valutazione. Non si è capito subito che bisognava risanare i bilanci di tutti, imprese, famiglie e banche per uscire dal baratro e fino ad adesso non è stato fatto. Manca un consolidamento fiscale e le riforme bancarie.
Come in tutta Europa c’è il grande problema del lavoro che va a braccetto alla crescita che però in Europa non si è mai fatta una discussione su questi temi.

Per essere seri bisogna fare le Riforme strutturali che però non danno benefici immediati, ma solo dopo un paio d'anni si avrà l’aumento del PIL.

Bisogna continuare a fare le riforme, non solo nei paesi più deboli come l’Italia, ma anche in Germania, perchè le riforme fanno aumentare la fiducia.
Un altro fattore importante che fa ancora di più la fiducia è che il governo deve essere chiaro.

Si è parlato dei tagli, di come tagliare il Cuneo Fiscale.
Qualcosa si è già fatto con il decreto 66, però non basta per uscire dalla crisi non servono solo i tagli bisogna che aumenti la produttività.
Della spending review non se ne parla più non è che sia scomparsa, ma è in una fase meno visibile, comunque importante.

Il ministro alla fine del suo discorso ha fatto un appello: la burocrazia deve smetterla di dire che non si può fare.

Dal pubblico: "ma dove vogliamo andare??" Risposta: "lavoro, più posti di lavoro, soprattutto nei giovani…"

 

Domenica, si è fatto desiderare il nostro Presidente del Consigli Matteo Renzi. Lo aspettavano in tantissimi, l’auditorium Santa Chiara di Trento era stracolmo.
Con lui sul palco il direttore del TG LA7 Enrico Mentana. Per parlare di “cosa può essere l’Italia se cambiamo l’Europa”.

Il clima è subito amichevole diremo "renziano."

Dal primo luglio per l’Italia inizia il semestre di presidenza d’Europa, cambiare i vertici, le linee economiche per cambiare l’Europa con rispetto dei vincoli questo è la prima cosa da fare. L’Italia ha 183 miliardi dal Fondo Europeo, questo fa pendere l’ago della bilancia più per i benefici che le negatività.
Il presidente europea non può essere eletto per nazionalità o passaporto, deve avere un'anima poi chi sarà è quasi lo stesso. Bisogna portare un pacchetto di discussione completo di idee. La politica ora più che mai deve giocare le sue carte altrimenti non ha valore.

Si è parlato anche di politica economica e di crisi del lavoro. Il risultato del 25 maggio sprona il nostro presidente a completare la Legge Elettorale. Un elemento fondamentale è la certezza della vittoria, è importante sapere chi vince le elezioni politiche. Grande aiuto lo da il ballottaggio, lo stesso che con  percentuale lo si fissa, da una certezza che oramai tutto il paese lo chiede, bisogna sapere a chi dare la colpa per un insuccesso. Abbiamo bisogno di politici che si prendono le loro responsabilità, il presidente dichiara alla platea:” se non faccio le riforme è colpa mia, la politica deve dare il buon esempio."

Deve cambiare il rapporto, approccio mentale tra il pubblico e governo semplificando i ministeri.

"Presidente, come vede l’Italia tra dieci anni?" chiede Mentana. "BELLA dove giovani che vanno all’estero sono così attratti da ritornare e restare, dobbiamo descrivendoci all’estero non con la compassione come siamo abituati di solito, ma come siamo realmente, ingegnosi, creativi. L’italia deve essere trasparente più degli anglosassoni, efficienti più dei tedeschi e più fantasiosi di come non lo siamo mai stati."

Si parla anche di Expo 2015 della grande opportunità che ha l’Italia de MADE in Italy, autoinvitandosi il prossimo anno il presidente verrà prorpio a parlare di questo.

Renzi sottolinea l’importanza del cambio generazionale di giovani che si devono trovare pronti preparati per fare politica. I ministri attuali sono consapevoli che il loro compito durerà per dieci anni poi si deve ritorna a fare ciò che si faceva prima, chi professore, chi avvocato, bibliotecario, lasciando spazio ai giovani.
Mentana conclude con una domanda provocatoria:”Presidente,vuole dire qualcosa e Grillo?”.

Anche questa edizione del Festival si è chiusa,
la soddisfazione sia di Tito Boeri che di Ugo Rossi è tanta. Il numero di partecipanti cresce sempre, tantissimi gli studenti, provenienti non solo dall'Italia, ma anche Germania e da oltre oceano.
Non solo, anche gli imprenditori partecipano agli incontri e addirittura i relatori si fermano a Trento per più giorni (tutti abbiam visto Marchionne e Padoan seduto in prima fila ben due volte).

La riflessione che facciamo: come si può concretizzare tutto ciò che viene detto al Festival?