La Lum de Roisc

Segui anche il nostro blog!!

lavitaaroisc.blogspot.it       

potrai trovare qualche input interessante come questo: 

"Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore"

estate007

dove è la tua casa?

Per  info 

340 4118323 oppure scrivi a
info@lalumderoisc.it
www.lalumderoisc.it




Affidamento al Cuore

Immacolato di Maria.

 

Consacrazione Regina dell'Amore

I nostri Partner

“Non è questo il tempo dell’attesa e del lasciar perdere, non è il tempo delle accuse reciproche e delle insinuazioni sui fatti personali che in fondo non interessano, questo è il tempo…” del buon esempio.”

Così ha iniziato l'interessante lezione, tenuta mercoledì 02.11 all'Istitut Cultural Ladin, dalla dott.ssa Ilaria Vescovi che oltre ad essere contitolare del Gruppo Tecnoclima ed ex presidente di Confindustria Trento è stata anche campionessa italiana di slalom speciale e ha fatto gare di discesa libera di Coppa del Mondo e Coppa Europa. Il suo sogno sarebbe stato quello di diventare giornalista sportiva, ma la sua vita, la sua vocazione l’ha portata a percorrere altre strade.

Ha sempre dato grande importanza al senso civico, sociale cercando di portare testimonianze della propria attività nella società. Il buon esempio esplicitato nel proverbio che la contraddistingue “la parola suona, l’esempio tuona” sono i punti cardine della vita della dott.ssa Vescovi.

“In questi tempi, tanti spunti, idee, disquisizioni, però forse un po’ presi da mille cose, si trascura l’esempio, che è la cosa più difficile da fare che, però è ciò che lascia vivo nelle persone certi valori che forse abbiamo perso per strada.
Cerchiamo di capire come una comunità, un’identità come questa di Fassa con un preciso elemento di aggregazione, una comunità piccola rispetto al mondo e ai fenomeni che lo contraddistingue come riesce ad essere un valore, un punto di forza. Capire come il piccolo riesce a confrontarsi con il grande. Grande intendo i fenomeni che intercettano tutti i mondi (scuole, politica, amministrazioni locali).

Il primo è il fenomeno della globalizzazione che è visto con diffidenza, paura, dal quale bisogna proteggersi. La prima parola che di solito viene in mente pensando a globalizzazione è il protezionismo, proteggersi per difendersi dall’avvento fenomeno.
Questo però è un fenomeno inarrestabile che non può esser governato, frenato. E’ come dire che la scoperta dell’America e le conseguenze che ha avuto, la Rivoluzione industriale e le conseguenze del 1700-1800 ci si ricordi che qualcuno fosse d’accordo e contrario, sono fenomeni che hanno inciso sulla storia indipendentemente dalla volontà e opinione di tutti.

Dobbiamo capire come inserirci in questo fenomeno, come fare del problema un’opportunità?

I primi che hanno avuto uno shock dall’avvento dei Paesi emergenti (Russia, Cina, India, Brasile) sono gli Stati Uniti che hanno visto lesa la loro supremazia mondiale che era stata il loro punto di forza. Gli americani erano una popolazione che, tendenzialmente, non viaggiava fuori dagli Stati Uniti, non esplorava mondi diversi e non conosceva lingue straniere, che non era interessata a conoscere e scoprire gli altri, gente diversa quindi quando si è trovata a fare i conti con le grandi potenze che l’hanno ormai raggiunta hanno avuto uno shock, una perdita di rango, una forma di lesa maestà. Dopo gli Stati Uniti c’è stata l’Europa, che però ha reagito in modo diverso. I Paesi più piccoli della nostra Europa (Svezia, Finlandia, Danimarca) hanno visto il fenomeno come un’opportunità, possibilità di crescita, di far emergere le loro caratteristiche quali la formazione, l’istruzione (Nei test scientifici i ragazzi nordici sono migliori anche dei Paesi emergenti).

Italia come si pone di fronte a questi fenomeni?

L’Italia parte con dei nodi importanti di carattere di costi (lavoro, fiscalità, energia, produttività) e nell'essere carenti di infrastrutture (investimenti che permettono alla produttività di competere con altri Paesi) che pesano sulle aziende.
Come reagire? Come essere competitivi?

Le comuità come le nostre, comunità virtuose possono fare la differenza. E’ vero che la dimensione è importante, però per certi tipi di eccellenze non è la dimensione che fa la differenza. Per esempio Pechino ha fatto una ricerca in tutto il mondo per riuscire a trovare un modello per la formazione professionale. E’ stato preso il Trentino come consulente per poter importare a Pechino il miglior modello di formazione professionale per insegnare a tecnici industriali per la Cina.

“Imprese piccole è bello” non è vero e questo ha tenuto le dimensioni dell’azienda troppo contenuta, senza spingere sull’aggregazione invece "Piccolo è possibile" se abbiamo l’opportunità di avere una forma di produzione e gestione delle risorse che se governate e gestite bene possono dare buoni risultati.

Perché capire il fenomeno della globalizzazione? Perché la crescita, lo sviluppo, la possibilità di avere maggior sviluppo e crescita ci viene da quei Paesi.
Asia produce il 35% della ricchezza mondiale. Usa + Europa il 40%
2030 Asia produrrà più del 50% della ricchezza mondiale, Usa + Europa calerà sotto il terzo della ricchezza totale.

Questi paesi stanno erodendo economia, reddito alla “vecchia” Europa e Stati Uniti . Quindi un fenomeno molto più che esponenziale.
Il reddito medio degli asiatici sarà un terzo del nostro. Questo significa che quelle popolazioni avranno ancora una tale voglia, bisogno, fame di crescita che cercheranno di soddisfare.

Per quanto riguarda l’istruzione in Cina (è il Paese di riferimento per quanto riguarda i fenomeni in ascesa, possibile evoluzione negativa) si laureano 800.000 studenti in materie scientifiche (ingegneria e scienze) questo dà possibilità di impiego nel paese, ma anche di "esportazione" dei ragazzi che sono incentivati di andare all’estero per iniziare la carriera lavorativa, per imparare e poi riportare in Cina un background professionalità che possa rinnovare la classe dirigente all’interno del loro paese.
La Cina già alcuni anni fa investiva 140 milliardi di dollari all’anno in sviluppo. Che gli investimenti in questi grandi asset, in formazione, istruzione e ricerca e sviluppo sono fondamentali.

L'accordo di Milano ha portato in Trentino due competenze in più, quella sugli ammortizzatori sociali e quella sull’università. Quindi anche un territorio come il nostro, di dimensioni limitate ha saputo da un punto di vista strategico accaparrarsi la possibilità di avere nella formazione di alto livello una delle attività strategiche per il proprio sviluppo e per la prorpia crescita.

Cosa ci manca?

Ci manca la CONSAPEVOLEZZA delle opportunità che abbiamo sia come comunità che come operatori economici. Spesso tendiamo a sottovalutarci rispetto ai competitors nazionali, internazionali con cui ci confrontiamo. Questo per mentalità. Il Trentino è una comunità un po’ diffidente, chiusa, abituata a guardare con difficoltà al di fuori dei propri confini e questo ci mette nella condizione di rincorrere piuttosto che esser d’esempio. Abbiamo un tessuto industriale molto solido e innovativo e assolutamente in grado di competere nei grandi flussi. Non ci manca nulla per quanto riguarda il turismo, l’agricoltura, l’artigianato, però la consapevolezza di ciò che possiamo dare non è ancora al massimo livello.

Ci mancano anche LINGUE! Non siamo ancora entrati nell’ordine delle idee che l'inglese bisogna saperlo come l’italiano, perché non c’è nessuna chance di agganciare questi fenomeni. L’inglese non lo consideriamo neanche più, dobbiamo saper un’altra lingua che non può essere il francese, il tedesco, lo spagnolo, ma ormai le seconde lingue devono essere a scelta fra russo, cinese, arabo e anche questo non è un vezzo, un lusso è una necessità.

Il Trentino è un territorio a 5 stelle, però non abbiamo la consapevolezza di ciò che abbiamo e non ci mettiamo nella condizione di poterlo proporre.

Le lingue sono la base e non ci sono scuse, (Un paio d'anni fa ho frequentato il corso serale di cinese, penso lo possa fare chiunque!)
Riuscire a capire che quei mondi sono importanti, è solo una chance per noi.

INNOVAZIONE. In realtà innovazione è una parola importante che si può declinare in mille contesti. Quando si parla di innovazione nelle aziende si parla di innovazione di prodotto, processo, organizzazione e di metodi di lavoro. In realtà innovazione è ciò che ci dà la possibilità di essere sempre un pochino avanti agli altri.
Perché il made in Italy è così riconosciuto ed è quello che tiene in piedi il nostro paese? Perché c’è innovazione che non significa idea geniale (di quelle ce ne sono poche nel mondo), ma vuol dire innovazione nel servizio, nel fare con le stesse cose un servizio diverso.
In realtà l’innovazione, se ci pensiamo bene è applicabile ad ogni settore, al turismo, al modo di gestire una comunità, provincia, un’amministrazione. Innovazione vuol dire tentare di utilizzare le risorse in modo più efficiente, efficace, rispondendo ai bisogni emergenti. Se i bisogni son legati alla popolazione che invecchia, innovare significa riuscire a porci verso quella fascia-target con gli strumenti che abbiamo in modo migliore, in modo che serva che sia utile.
Spesso si sente “facciamo così perché abbiamo sempre fatto così” questo è la cosa più drammatica che si possa sentire in qualsiasi ambito.
MAI fare così perché abbiamo sempre fatto così anzi dobbiamo fare DIVERSAMENTE perché abbiamo sempre fatto cosi, perché facendo sempre così non arriveremo che solo dove siamo già arrivati.
L'innovazione è l’unico strumento per andare avanti, che ti permette di stare sul mercato .Innovi non perché decidi di andare avanti, ma innovi perché il mercato te lo impone, ti costringe. Un’azienda innova tutti i giorni.

Andare a conoscere cosa fanno gli altri, come fanno gli altri e soprattutto conoscere quali sono i bisogni che hanno gli altri ci permette in qualche modo di accelerare questi processi.

Un territoro come il nostro ha vantaggio legato all’Accordo di Milano con il quale siamo diventati autosufficienti. Di fatto il nostro modello precendente di Autonomia è stato completato e di conseguenza noi vivremo con ciò che genereremo in termini di risorse. Bisogna stare attenti, perché i 9/10 di 0 è 0, quindi le risorse bisogna prima di tutto generarle, ma per generarle bisogna essere consapevoli che questo territorio non potrà prescindere da quello che succede fuori.
Il Trentino si trova di fronte ad una grossa sfida che è quella di mantenere la propria peculiarità di comunità equilibrata con dei fenomeni consolidati che funzionano, però continuando a genereare risorse che verranno pesantemente messe in discussione dai flussi e dalle tendenze che verranno dal resto del mondo. Cercare di anticiparli questi fenomeni non è più qualcosa lontano, che si può aspettare, ma è qualcosa che possiamo solo mettere in pratica ora. Le aziende sono costrette a farlo giornalmente altrimenti non sopravvivono. (Certi comparti fanno più fatica perché negli anni precedenti hanno dovuto confrontarsi meno con questi fenomeni, hanno rallentato questi processi, altri sono già pronti e preaparati perché l’hanno DOVUTO fare.)

La consapevolezza e la necessità di prepararsi per tempo credo siano i due punti fissi che ogni mattina qualsiasi cosa noi facciamo dobbiamo tenere ben presenti.

Bisogna dire che ci sono tanti mezzi per farlo e noi abbiamo una possibilità di avere un’autonomia, un sistema di governo provinciale (e un governatore provinciale) che queste tematiche le ha già approfondite e sviscerate. Però non si deve considerare un problema del vicino. Il problema è di tutti, è di chi deve cercare con il buon esempio di fare la propria parte.

L’esempio più importante, che però è di un altro periodo storico, quindi difficile da replicare, è il dopoguerra, anni 60 i nostri avi tirarono fuori dalla devastazione, dall’umiliazione un Paese ricostruendolo e ridando la voglia di lottare, di vivere, ridando un orgoglio, dignità e una forza industriale manifatturiera unica al mondo tanto che furono chiamati i cinesi d’Europa.
Cosa c’è rimasto?

Ci sono rimasti i VALORI che ebbero quelle persone che io credo che nella nostra popolazione ci sono tutt'oggi e sono ancora ben saldi. Questi valori non possiamo lasciarli per strada, dimenticarceli, dobbiamo riproporli, fare tesoro della nostra storia, di costruire su una storia che purtroppo è andata lentamente verso il declino. Tentare di fare di quei valori del passato la leva per proiettarci in un futuro che ci dia ancora soddisfazioni, quello che il nostro paese si merita.
Per fare questo non possiamo aspettarci che lo faccia chi è sopra di noi. Non possiamo aspettare che lo faccia la politica, delegarlo a loro. Io non ho mai fatto politica allo stato puro, però OGNUNO di NOI FA POLITICA nel proprio ambito, L’IMPRESA FA POLITICA facendo ciò che fa, generando profitto, risorse, gonuno nella propria attività ha una forma di vena politica nel proprio agire. La cosa più importante da pensare in questo momento è che possiamo cambiare con le riforme dal basso, la riforma del nostro agire, cercando di fare al meglio, pensando che ognuno è un tassello di un puzzle di un quadro finale.

Anche in Italia noi dobbiamo dar il nostro contributo. Il Trentino è visto con grande attenzione, guardato con un po’ di invidia per la capacità di governare e gestire queste risorse, per l’eccellenza che riesce a promuovere è guardato come un laboratorio. Il mondo è pieno di questi laboratori. La capacità è di riuscire di tenere questi laboratori sempre ad un livello qualitativo tale per cui gli altri non abbiano la tentazione di volerci sopraffare, ma in realtà abbiano la volontà e la necessità di voler trovare in noi quello che agli manca quelle caratteristiche di eccellenza e di quatlità e specializzazione perché laboratori significa diversità, specializzazione che può essere un ESEMPIO nel mondo e nella storia.

Non so come il nostro Paese andarà a finire, perché se dovessimo passare al commissariamento si aprirebbero tempi duri, spero che il Paese tenga la leadership nelle proprie mani e non deleghi a terzi che guidati da altri interessi potrebbero farci passare periodi molto duri.
Al di là di questo è sapere che noi abbiamo un grande privilegio e opportunità che conserviamo e possiamo in qualche modo mantenere e far fruttare uniti ognuno nel proprio ambito, cercando di capire che questo è il nostro punto di forza, quello che ci rende “un territorio 5 stelle”. Caso contrario potremmo diventare uno dei tante località del territori del nostro paese che però non dà grosse prospettive alla gente che vi abita.

Il messaggio che forte e che deve essere trasmesso è questo: la capacità del nostro territorio di essere leader, laboratorio deve essere un esempio in un mondo globale che, volenti o nolenti, sarà quello che fra 10-20 anni deciderà le sorti di tutti noi.

Se pensiamo che l’Italia cresce meno dell’1% negli ultimi anni e tutti gli altri Paesi (compresi Estonia, Polonia) crescono 2-3 volte più di noi, questo ci fa dire che non stiamo parlando delle grandi potenze, ma di stati vicino a noi. Se questi hanno questi trend, hanno queste capacità di reazione, perché il nostro paese non ce la fa? Non ce la fa perché ha dei ritardi enormi. Però all’interno del nostro Paese, il Trentino questi ritardi ancora non li ha (ancora perchè dobbiano anche noi mettere una marcia in più!).
Il Trentino è una bellissima terra, a volte però dà l’impressione di essere la bella addormentata del bosco, nel senso che non siamo abbastanza reattivi rispetto a quello che succede. Arriviamo sempre con i nostri tempi. Fino a qualche anno fa poteva andar bene, adesso il rischio è che qualcuno arrivi prima di noi, meglio di noi e quindi ci porti a dover rincorrere piuttosto che fare gli apripista. Quindi è su questo che il Trentino deve lavorare, è sulla capacità di essere sempre un pochino avanti. Siccome ha i mezzi, le risorse, le capacità gli strumenti, l’ambiente ha tutto per poterlo essere e per poterlo fare, deve mettere in noi un grande senso di responsabilità, una grande consapevolezza che questo è il nostro obiettivo principe di tutti noi di ognuno di tutti i giorni. E solo così, possiamo garantire alle prossime generazioni che il benessere che c’è ora possa essere anche nel 2050.

GRAZIE ILARIA per l'interessante lezione, ma soprattutto perchè ogni giorno dai il BUON ESEMPIO e credi in ciò che fai!

Grazie anche all'Union Autonomista Ladina che con questi corsi di politica ci dà l'opportunità di crescere e aprire i nostri orizzonti!

 

L'articolo scritto da Maura CHiocchetti sull'Adige: Fassa_grande_successo_per_la_scuola_su_politica.

Vescovi_alla_Scuola_politica_UAL_04.11.2011.pdf

 

COMUNITA'

FIGLI DEL SACRO CUORE DI GESU'

EVENTO IMPORTANTE

11.06.2017

http://figlidelsacrocuore.it/

PRIMI VOTI PRONUNCIATI DA GLORIA MEDEI

PER ENTRARE NELLA COMUNITA' DEI CONSACRATI

FIGLI E FIGLIE DEL SACRO CUORE DI GESU'.

Il suo nuovo nome è Gloria, Gioia della Croce

Only Light

Comunicare, esprimere, trasmettere... noi siamo pronti e voi?

Passa a trovarci nel nuovo negozio di Soraga!

Light & Joy

Scopri anche tu il piccolo mondo di Light and Joy!

www.lightandjoy.eu

Fassa a Parte

 

Per le tue vacanze in Val di Fassa: 
www.fassaaparte.it