Arriva all’appuntamento puntualissimo, in faccia pare un po’ stanco, ma sorridente!
Ci presentiamo, scambiamo due battute e ci spiega che è appena tornato da una bella partita di tennis che lo ha ricaricato.

Iniziamo subito l’intervista partendo dalla sua testa…

+Cosa vuol dire per te portare il marchio Val di Fassa?
Sono grato alla Val di Fassa per avermi sempre sostenuto, anche quando non ero fra i primi sette al mondo. E’ il luogo dove sono nato e dove vivo, mi fa veramente piacere.
Se fosse ancora più specifico, Moena, il mio paese, sarei ancora più orgoglioso.
Se parliamo a livello economico devo ammettere che se dovesse farsi avanti qualcun altro che mi offrisse il doppio o triplo ci penserei su un po’ prima di rifiutare. Lo dico così molto francamente ed anche miei attuali sponsor concordano su questo discorso.

+Allora è solo una questione economica? In realtà quindi A o B non cambia nulla per te?
Beh insomma, diciamoci la verità, gli anni in cui è possibile fare risultato e dare il massimo sotto tutti i punti di vista, sono forse una decina e in questo periodo penso sia giusto ottenere il massimo anche dal punto di vista economico.
Non so voi, ma io 500.000 euro per una casa “non li tiro fuori“ con molta facilità…
Sono due idee insieme, sono orgoglioso e felice del marchio Val di Fassa e allo stesso tempo lo sci è uno sport che richiede risorse economiche non indifferenti.

+Dopo la vittoria a Kitzbuhel si è fatto avanti qualcuno?
No

+Oltre allo sci sappiamo che ti piace il calcio, il tennis, la bici… perché la scelta sullo sci e non sul calcio? Ricordiamo che ad una tua vittoria sulla gazzetta era apparso un articolo in cui dicevi “scusate il ritardo ma a me piace il calcio”.
La scelta l’ho presa quando ero più giovane. Il calcio mi è sempre piaciuto (anche come passatempo) ma nessun fassano è mai diventato un calciatore di alto livello.
Lo stesso territorio non agevola gli allenamenti, si gioca pochissimi mesi all’anno, e nei mesi freddi si cerca di allenarsi in qualche modo in palestra.
Poi ho avuto dei problemi alle caviglie, proprio di fragilità mia nemmeno a causa di scontri o altro. Vedendo oggi poi la situazione a livello nazionale del calcio, poco trasparente, che va via via a decadere, ho un motivo in più per essere felice di aver scelto lo sci.

+Mai pentito dunque?
Non ho rimpianti

+Torniamo un attimo sulla questione marchio Val di Fassa. Essendo tu quindi uno dei testimonial ufficiali della valle, vorremmo testare la tua conoscenza del territorio.
(Sorride un po’ preoccupato) Vi dico già che sono un po’ ignorante sotto questo punto di vista! Essendo stato per la maggior parte del tempo sempre all’estero…

+E vabbè… dicci: dove si trovano le 5 dita? Aiutino… nel gruppo del…
…… ehm….. Catinaccio?
NO! Sassolungo! Eh..

+ Torri del Vajolet?
Sopra Gardeccia

+Ok, La Marmolada?
…. Ehm.. sopra Predazzo mi sembra… (ridiamo insieme… lo sa , lo sa…)

+Da dove nasce l’Avisio?
Dalla Marmolada…

+Bene! Pianejel?
Pianac incaso… (touché abbiamo confuso noi i nomi) sopra Moena...

+Quanto ha inciso la tua famiglia nel percorso che stai facendo nei momenti positivi ma anche negativi della tua carriera hai sentito il loro appoggio oppure maggiormente quello degli amici?
La famiglia ha avuto un ruolo fondamentale. A livello economico la famiglia è valsa 1000. E’ stato un grande sacrificio, soprattutto sapendo che lo sci è un sport dove tutto ha un costo partendo dagli sci al casco. Mio padre non mi ha mai pressato, mi ha lasciato fare sempre ciò che sentivo.

+E non è che forse proprio per la sua competenza forse avrebbe potuto starti dietro di più?
No, io sono stato contento così. Magari quando ero più un ragazzino mi sarebbe servito di più ma ora pensandoci penso sia stato meglio così. Vedo oggi genitori che portano i figli allo sfinimento nello sport fino a farli rinunciare quindi no, sono contento di aver avuto autonomia. E comunque dalla mia famiglia ho avuto un sostegno totale. Sempre. Ho scelto di fare ciò che volevo.

+E tua madre ti stava un po’ più dietro?
Si beh lei impazziva per le gare. Però la agitavano un po’ troppo e allora non mi seguiva fisicamente.

+ E con la scuola?
E’ stata dura soprattutto gli ultimi anni.
Ho un dato che mi è sempre rimasto dentro per capire: su 200 giorni di scuola in quinta ragioneria ho fatto 106 o 110 giorni di assenza.
Quando ero piccolo non avevo particolari problemi, mia mamma era insegnante di tedesco e mi aiutava; poi alla ragioneria, di numeri ci capivo abbastanza bene, ho avuto le prime difficoltà serie a causa soprattutto delle numerose assenze.
Dal terzo anno ho iniziato a prendere lo sci con serietà, venivano a prendermi da scuola per gli allenamenti, mangiavo un panino veloce in pullmino e tutti i weekend ero via.
Per fortuna un po’ i miei compagni mi hanno dato una mano e poi comunque mi sono messo a studiare di più. “La me è jita semper fora slisc” .

+Le amicizie a scuola sono rimaste?
Mah… ci sentiamo poco… poche anche le volte in cui sono state fatte delle cene…certo ho tenuto le amicizie di vecchia data qui a Moena, quello sì.

+E riguardo alle amicizie… è possibile avere delle amicizie ad un livello sportivo così alto oppure tutto si riduce a cortesia o a semplice conoscenza?
Ma sì, posso dire che è possibile instaurare anche delle amicizie. In squadra per esempio il clima è davvero sereno non ci sono contrasti come magari in altre squadre. Ho diverse amicizie con gli atleti americani, canadesi, tedeschi e svizzeri.. certo che stare in Stati o continenti diversi non facilita i contatti.

+Ma vi sentite anche fuori della tematica gare oppure no?
Beh no principalmente ci sentiamo per le gare

+Vivere per lo sport o lo sport per la vita?
Ora come ora lo sport E’ la mia vita. E nel dire questo mi sento privilegiato, perché faccio quello che mi piace, all’aria aperta, posso gestirmi le giornate come voglio. E’ comunque come un lavoro normale: ci sono delle giornate ottimali e altre in cui non si avrebbe voglia di andare a lavorare ma si va comunque.

+Sappiamo che fai calcio, tennis, bici… senti effettivamente che questi sport “estivi” ti preparano bene per lo sci, cioè vedi un risultato alla fine degli allenamenti preparatori e in che modo ti aiutano?
Beh il tennis mi aiuta a tenermi reattivo con gli scatti , il calcio si è un po’ a rischio ma mi piace come passatempo mentre la bici per il respiro.

+Ma c’è risultato?
Snì, nel senso che ci sono talmente tante variabili che possono influenzare la prestazione che la preparazione fisica è importante, ma non è tutto. Personalmente non credo sia importantissimo avere dei programmi di allenamento predefiniti in materie specifiche, l’importante è fare. Tutti i giorni fare tanto.

+Vincere è realizzarsi?
Più che realizzazione è il coronamento dei sacrifici fatti negli anni. L’obiettivo in questa disciplina è comunque vincere, quindi arrivare al podio, vale.
Nella vita realizzarsi è altro.

+Adesso hai 31 anni. Poi il futuro?
Non ho la risposta e mi dispiace non averla.

Non avendo i miei genitori o parenti stretti un’attività come un albergo o un negozio davvero non so cosa farò dopo, e al momento nella situazione attuale mettere su un’attività dal nulla è proibitivo. Certamente mi piacerebbe rimanere nel campo per trasmettere la mia esperienza, ma mi piacerebbe anche fermarmi per un paio di anni fare mente locale, avere famiglia, dei figli… non so davvero.

+Cosa è cambiato dall’inizio stagione? Per esempio persone che prima non conoscevi ora ti fermano e ti salutano…. Che emozioni provi?
Beh si qualcosa da quel punto di vista è cambiato. Ci sono persone con cui parlavo anche prima che ora mi sostengono ancor di più e di questo sono felice, altre invece che prima non mi salutavano nemmeno ed ora mi fermano. Questo mi fa sorridere, perché poi quando non vai più, scompari. Dopo Kitz non potevo nemmeno andare in piazza che mi fermavano 20 persone e allora sono rimasto chiuso in casa alcuni giorni.

+E quando sei alla partenza senti la responsabilità anche di fare bene per chi sta a casa e che ti guarda alla tv? Sei sempre tu che scendi?
Si si, sono sempre io. Mi dispiace dirlo, ma la gara la faccio comunque per me non per gli altri

+Kitz vittoria, poi due gare con sole poche porte… ora parti convinto di…
Convinti PUNTO.

+Ma noooo… convinto di vincere! No?
Certo che si parte convinti e con la voglia di giocarsela, ma se poi ti capita, come a me, di saltare a nemmeno metà gara ti girano, ti arrabbi con te stesso e a me, per dire, sta passando solo adesso. A Kranjska Gora speriamo vada tutto bene, altrimenti stringerò la mano al vincitore e… si ripartirà. (ride…speriamo di ripartire )

+Domande veloci

+Birra, spritz o acqua? Birra

+Libro o e-book? Libro.. il problema è iniziare… la copertina pesa (ridiamo)

+I-phone o I-pad? I-pod touch

+Pop, classica o jazz? Pop

+Se un avversario ti gufa dietro cosa fai?Mandi a quel paese, ricambi il favore o ascolti e taci? Mando a quel paese

+Portafortuna o gesto scaramantico? Da poco ho un piccolo braccialetto di gomma regalato dalla figlia di un mio amico che considero un portafortuna, ma altre cose no.

Grazie Cristian per il tempo che ci hai dedicato,alla prossima e in bocca al lupo per le prossime gare!