Il governo giapponese sta cercando altre fonti per garantire il fabbisogno energetico futuro del Paese. L’ultima iniziativa è stata battezzata “Sunrise Plan”, che non si dovrebbe tradurre tanto letteralmente come “piano dell’alba”, ma più che altro in senso figurato, come una sorta di “rinascita dal sole”. Il primo ministro Naoto Kan sta considerando un piano per imporre a tutti gli edifici di nuova costruzione in Giappone l’installazione dei pannelli solari entro il 2030.
E nel resto del mondo invece? Per quanto riguarda la Svizzera, la popolazione non si fida più dell’atomo dopo Fuskushima e dunque è inutile costruire altre centrali. Entro il 2034 il Paese d’oltralpe ha stabilito quindi di eliminare il nucleare. Le centrali nucleari esistenti verranno chiuse alla fine della loro vita operativa e non saranno rimpiazzate da centrali nucleari nuove.
L’abbandono avverrà per tappe: delle cinque centrali – che fin ora hanno soddisfatto il 40% del fabbisogno energetico del paese – la prima sarà smantellata nel 2019. L’ultima invece cesserà di funzionare solo nel 2034. La storia del nucleare in Svizzera, cominciata già nel lontano 1962, è stata già in passato costellata di tentativi di rinuncia all’atomico, vedi il referendum del 1979, quello del 1984 e quello del 1990.Una diversa coscienza anima però oggi il paese, giunto ad una svolta che alcuni definiscono storica.
Fonte: MondoEco.it
Ricordiamoci che al referendum del 12-13 giugno gli italiani che voteranno “no o si al nucleare” non saranno soli. Ma che si dica di si o di no, l’importante è andare a votare!
Non è solo un diritto esprimere la propria opinione ma anche un dovere.
PEOPLE COM’ON!